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giovedì 1 dicembre 2016

Sorgente-Rizziconi: l’associazione I Cittadini sarà parte civile nel processo per il pilone 40


Mentre il prossimo 27 febbraio, si terrà l’udienza davanti al Consiglio di Stato per il ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio, che non aveva annullato l’autorizzazione per la realizzazione dell’opera

Lo scorso 29 novembre davanti al tribunale di Messina si è tenuta una nuova udienza del processo per la realizzazione del Pilone 40 dell’Elettrodotto a 380 KV Sorgente Rizziconi, nel territorio di Saponara, che vede tra gli imputati l’ingegner Roberto Cirrincione, dirigente Terna, assistito dagli avvocati Giulia Bongiorno e Elena Orsi, per la realizzazione del traliccio numero 40 dell'elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Insieme a Cirrincione è imputato Simone Dal Pozzo, difeso dagli avvocati Roberto Nobili e Olga Cancellieri, amministratore della ditta CEIE Power s.p.a., che ha eseguito i lavori.
Coinvolti nel procedimento anche gli architetti Salvatore Scuto (difeso dall’avvocato Claudio Rugolo) e Anna Piccione (difesa dagli avvocati Roberto Noschese e Manuela Mancuso), rispettivamente ex Soprintendente ed ex dirigente dell’Unità Operativa VII della Soprintendenza di Messina, per avere concorso all’alterazione di bellezze naturali tramite l’omessa revoca dell’autorizzazione rilasciata e divenuta inefficace per via del sopravvenuto Piano Paesaggistico dell’Ambito 9.
Il giudice, dottor Grasso, ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Associazione I Cittadini di Villafranca Tirrena, rappresentata dall’avvocato Emanuela Vattemi, motivando che l’attività di tutela dell’ambiente svolta dall’associazione è rispondente ai fini statutari.
Nella stessa udienza il giudice ha rigettato l’eccezione sollevata dalla difesa Piccione che tendeva a far ripetere l’udienza di opposizione all’archiviazione svoltasi nel luglio 2014. Con il rigetto dell’eccezione il processo si avvia verso la fase dibattimentale con l’audizione dei testimoni.
“È certamente un buon risultato” - afferma l’avvocato Antonino La Rosa, Presidente dell’Associazione - “perché la presenza nel giudizio ci consentirà di sostenere i diritti dei cittadini danneggiati dalla realizzazione di questo elettrodotto costruito in violazione di precise norme;
attendiamo, ovviamente, la sentenza del processo, ma anche l’evolversi di tutti gli altri procedimenti che ci risultano attivati. È inconcepibile” - continua La Rosa - “che in uno stato di diritto sia stato consentito al premier Renzi di inaugurare, in pompa magna, un elettrodotto che aveva ed ha, oltre al pilone 40 - per il quale è in corso il processo - un sostegno sotto sequestro (il 45) dove unitamente al 46, dal mese di Maggio Terna continua a lavorare. Ancora più inconcepibile che l’Autorità per l’Energia deliberi la concessione di premi di svariati milioni di Euro alla società per avere conseguito questi discutibili risultati di efficienza”.
Il processo riprenderà il 31 Gennaio 2017, mentre si attende anche l’importante udienza davanti al Consiglio di Stato il prossimo 27 febbraio, dove si discuterà il ricorso contro la sentenza (n. 8893/2012) del Tar del Lazio, che non aveva ritenuto di annullare l’autorizzazione per la realizzazione dell’opera, nonostante i numerosi e rilevanti vizi denunciati.

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